Sulla giornata del 20 novembre al CLE – FUORI SODEXO DALLE UNIVERSITÀ

Il giorno 20 novembre, nel cortile del CLE, la quotidianità della giornata universitaria è stata disturbata da un gruppo di persone che si sono trovate con la volontà di esprimere il proprio dissenso circa la possibilità che il bar del Campus sia preso in gestione dalla ditta multinazionale Sodexo.

Questo perché? Perché oltre alle mense scolastiche e universitarie, l‘azienda in questione gestisce il business alimentare all’interno di carceri e CPR (Centro Permanente per il Rimpatrio), tra cui vogliamo ricordare il CPR di C.so Brunelleschi a Torino, dove il cibo servito (in ritardo) è avariato e condito con tranquillanti e psicofarmaci, allo scopo di “tenere buoni” i detenuti.

L’appalto non è ancora stato assegnato in via definitiva, ciononostante riteniamo fondamentale – anche ma non solo come studentesse e studenti – ribadire ancora e ancora che noi in università Sodexo non la vogliamo.
Continueremo a esprimerci contro chi specula su detenzioni e guerre e contro chi collabora nella gestione dei CPR e delle galere.
Continueremo a esprimerci contro un’università che non si fa scrupoli ad assegnare la gestione del bar a un’azienda di questo genere. 

 

 

Di seguito riportiamo uno degli interventi fatti durante il primo pomeriggio del 20 novembre.

Ciao a tutte a tutti, siamo qui di fronte al bar del campus per protestare contro l’ingresso della multinazionale Sodexo nell’università di Torino, presunta vincitrice della gara d’appalto per la gestione del bar del Campus Einaudi.

Nonostante il 20 di settembre sia stata ottenuta una proroga e un ritiro delle lettere di licenziamento per i lavoratori e le lavoratrici di questo bar fino al 30 di questo mese e Sodexo, dal canto suo, a oggi non è disponibile a garantire la riassunzione delle lavoratrici anche qualora il Tar, una volta valutato il ricorso fatto da Ifm, si esprimesse in suo favore.

Per chi non la conoscesse, Sodexo è una multinazionale che si occupa di servizi di mensa e di ristorazione in diverse realtà, non solo le scuole gli asili e gli uffici, ma anche nelle galere e nei centri di detenzione per senza documenti in Italia e in Europa. 
Sodexo gestisce circa 122 prigioni in 8 paesi ed è quindi una delle aziende leader all’interno del business dell’approvvigionamento alimentare capitalista, ed oltre agli affari con eserciti e centri di detenzione,  ha delle responsabilità dirette di situazioni gravissime quali la scarsa qualità dei servizi offerti: qui a Torino gestiscono la mensa del centro di permanenza e rimpatrio o CPR di corso Brunelleschi, e si sono messi in evidenza per la continua la somministrazione di farmaci all’interno del cibo per facilitare il controllo dei detenuti.
 
Ovviamente, non ci aspettiamo che Sodexo serva anche a noi cibi marcio, e questo perché Sodexo, così come tutto il sistema politico-economico in cui è inserita, distingue tra utenti “di serie A”, la gente “perbene” più o meno iscrivibile nei confini della “società rispettabile”, e utenti “di serie B”, come i detenuti e i sans-papiers. A loro spetteranno forse i nostri scarti, da mandare giù a forza di percosse? 
 
Ma il suo curriculum non finisce qui: a Pisa, dove gestisce il servizio di pulizie di diversi reparti ed ospedali, nel corso di questi anni le lavoratrici hanno scioperato contro un sistema di soprusi e ricatti che produce salari da fame, carichi di lavoro non più sopportabili e condizioni lavorative sempre più precarie. 
In Inghilterra e negli Stati Uniti, dove la detenzione carceraria o dei migranti è in gran parte privata, Sodexo è molto attiva attraverso la sua azienda o delle controllate, cioè aziende di Sodexo che non portano il suo nome evidentemente per tutela dell’immagine.
L’anno scorso  è stata citata in tribunale per abusi nei confronti dei o delle detenute, forse di perquisizione o vessazione corporale, costringendo addirittura una detenuta a partorire senza assistenza medica nelle celle delle prigioni.
Ad ogni accusa la Sodexo reagisce com’è logico aspettarsi di non avere alcune responsabilità e addirittura portando il tribunale chi prova ad organizzare il dissenso, arrivando a definire ogni organizzazione sindacale come associazione mafiosa.
 
Per colpa delle sua infamità quindi Sodexo, oltre a diversi offerti in Italia , all’estero è stata esposta più volte numerosi boicottaggi: ad esempio nei soli Stati Uniti questa campagna ha coinvolto oltre 60 università e altre istituzioni. Così anche in Australia gli studenti di molti atenei si sono mobilitati per cacciarla dalle loro mense. 
A suscitare campagne contro la multinazionale ci sono anche le critiche sulla qualità dei regimi alimentari proposti nelle mense scolastiche per bambini, denunciati per esempio nel film “Super Size Me” ed in un documentario del 2004, trasmesso dalla televisione britannica, in cui venivano resi pubblici gli scarsi standard igienici di un’azienda controllata dal gruppo, la Tillery Valley.
 
Come studenti ribadiamo che non vogliamo permettere l’ingresso di Sodexo in università per i motivi sopracitati, perché non vogliamo essere complici di questa merda in un luogo che viviamo quotidianamente, mentre dall’altra parte della città si consuma la tragedia dei senza documenti, vittime di questo sistema capitalista
 
Solidarietà ai detenuti nei CPR e nelle galere,
solidarietà ai lavoratori del campus,
Fuori Sodexo dall’università!”