ARCHITETTARE E PUNIRE – elementi per un’analisi dello spazio urbano

All’interno della C1 Summer Invasion vol III // 4 – 5 – 6 giugno in collaborazione con il Collettivo Studi Sociali : ARCHITETTARE E PUNIRE – elementi per un’analisi dello spazio urbano

Cosa intendiamo per spazio urbano?

Che discorsi e che politiche stanno alla base dei suoi mutamenti?
Quali dispositivi politici e sociali vengono messi in campo per garantirne l’ordine?

Se, come afferma Foucault, “la politica è la guerra continuata con altri mezzi”, non possiamo esimerci da un’analisi della costruzione strategica dello spazio e della definizione dei suoi nemici interni.
Cercheremo di rispondere a questi interrogativi partendo dagli studi e dalle esperienze di alcuni compagni che hanno riflettuto sulla progressiva urbanizzazione dello spazio sociale e sulle trasformazioni delle pratiche di gestione dell’ordine e di controllo della popolazione.

Ne parleremo con due compagni di Torino e Bologna il 5 giugno a partire dalle ore 18:30 in aula C1. A seguire dibattito.

Presentazione Vademecum Legale contro gli Abusi in Divisa

Cucchi, Uva, Aldrovandi, Magherini sono cognomi che ultimamente sono emersi agli occhi dell’opinione pubblica attraverso le rubriche di cronaca nera. In comune hanno il fatto di essere stati ammazzati per mano di persone che indossavano una divisa; ma hanno in comune soprattutto il fatto di essere anomalie, nomi fuoriusciti da un sistema repressivo e di controllo che miete vittime invisibili e produce tortura: rappresentano la punta di un iceberg che non riusciamo a vedere ma che tuttavia ci riguarda tutti e tutte. Anche a Torino ultimamente si è manifestata in maniera palese la violenza poliziesca al fine di soffocare le voci di dissenso e di lotta. Sospensione dei diritti e stato di polizia sono la realtà che stiamo assaporando negli ultimi mesi. Il grado di arbitrarietà nello svolgimento delle funzioni di ordine pubblico è elevato e diverse sono le criticità legate ai meccanismi organizzativi di pubblica sicurezza. 

Giovedì 16 maggio presenteremo V.L.A.D, un vademecum che raccoglie consigli e saperi inerenti i diritti da far valere in caso si abbia a che fare con le forze dell’ordine. Sarà occasione di conoscenza e inoltre si terrà un dibattito con l’autore del progetto: Riccardo Bucci.

Chiunque volesse può già da adesso leggere VLAD online al seguente indirizzo: http://www.abusivlad.it/index.php/vademecum

Presentazione del libro “Prendiamoci la città”

 

 

Se in fabbrica si imparava a lottare insieme, una volta fuori gli operai tornavano spesso a essere soli o con le proprie famiglie, comunque costretti ad arrangiarsi in un territorio ostile. Relegati entro i confini fisici e mentali dei quartieri-ghetto, nelle periferie, stipati in edifici simili ad alveari, senz’aria né verde; oppure, se da poco immigrati, ammucchiati come sardine nelle case più vecchie, in soffitte, scantinati, pensioni e stabili fatiscenti. Non mancano i lager, con tanto di recinto, baracche e guardiani, quali sono i “centri sfrattati”. I nuovi quartieri sono costruiti in modo che nessuno si incontri, come avviene nei condomìni, dove i vicini di casa non si conoscono tra loro e a malapena si salutano. L’architettura e l’urbanistica, al servizio del capitale, ridisegnano una città in cui si vive ammassati, magari condividendo la stessa stanza e la stessa miseria, ma sovrastati dal sentimento di non avere niente in comune. Solo spostando la lotta dalla fabbrica alla città, portando fuori la forza della coscienza di classe che si era accumulata tra i muri delle fabbriche, facendola tracimare nelle strade, nei quartieri, per rompere quella solitudine di massa cui l’operaio tornava dopo il lavoro, solo così si sarebbero potute determinare le condizioni affinché i proletari riuscissero a immaginare e praticare altri modi di vita.

“Prendiamoci la città”. Non si trattava di fare la rivoluzione ma di costruirne un passaggio fondamentale, la saldatura tra fabbrica e territorio, in una prospettiva di lotta di lunga durata. Questo nostro lavoro di ricerca e documentazione, di cui teniamo a sottolineare il carattere anonimo e compartecipato – “La Barricata” può essere chiunque -, non vuole dare alcuna indicazione politica a chi oggi lotta sulla questione dell’abitare e dei “territori resistenti”. Nondimeno, siamo convinti che queste testimonianze di un passato irripetibile possano contribuire a riflettere sullo stato presente delle cose e sui possibili significati, quarant’anni dopo, del “prendersi la città”. Attraverso le interviste, i testi teorici, le foto di quegli anni si delinea un percorso in cui si passa da forme di “arrangiarsi” individuali all’azione politica collettiva. Lì si producono nuove forme di vita all’insegna dell’auto- (autorganizzazione, autonomia, autogestione); lì nascono basi/retrovie di resistenza e liberazione; lì l’autodifesa nella precarietà si trasforma in una forza che, fuoriuscendo dagli spazi che la città riserva alla marginalità, esige quanto serve, subito, e se lo prende. Registrare questo percorso, breve ma intenso, significa sottolineare una sua forza intrinseca che si sottrae all’usura del tempo.

https://prendiamocilacitta.noblogs.org/

 

Pre-concentramento ai giardini Pozzo (campus), in vista del corteo del 30 marzo

Carissim*, sabato c’è un corteo. Un corteo determinato che si pone l’obiettivo di bloccare la città, una città che per mesi è stata militarizzata, una città che cercando di cambiare pelle segue le uniche direttive del capitale e delle leggi del mercato; fregandosene dei più poveri o degli studenti. Aurora è stata una zona di guerra con check point; la zona universitaria un’ esposizione di multinazionali del fast food in mezzo a scuole superiori e palazzi accademici, la parte del libero scambio al Balon è sotto sgombero. Per chi non rimane indifferente di fronte agli scenari politici attuali, per chi sogna giustizia sociale, per chi non è solo un consumatore e il 30 marzo vuole partecipare alla manifestazione è stato pensato un luogo d’incontro che  permetterà di arrivare insieme al concentramento del corteo, così da evitare spiacevoli fermi e identificazioni. L’orario dell’appuntamento ? Le 13:30!  Dove? Ai giardini Vittorio Pozzo ( Campus Luigi Einaudi ).